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VUOI SCOMMETTERE? 

 

di Stefano Frigieri

 

Il demone del gioco prese possesso di un uomo fin da bambino. Inizialmente lo spinse a giocare con le figurine dei calciatori facendogli capire che la vera euforia non derivava dall'essere il primo a completare l'album, ma il vincere a ogni partita il maggior numero di figurine. Alle medie, con la complicità di Mario il bidello, iniziò ad organizzare, durante le ore di ricreazione, delle partite clandestine di poker. Non era il denaro quello che lo interessava. Gli bastava l'adrenalina della partita, della sfida, dell'attesa di una vittoria o di una sconfitta. Negli anni le cose si complicarono. Il demone dentro di lui esigeva sempre di più. Casualmente scopre le sale scommesse sulle partite di calcio e si sente rinato. Il fumo, l'odore del sudore, l'aria resa elettrica dalla perenne tensione, le grida di gioia e di disperazione che accompagnavano le azioni della partita: tutto questo era inebriante e coinvolgente. Dopo qualche tempo però lui e il suo demone si stancarono anche di quello. Basta asettici schermi televisivi, basta anonime radiocronache.

Apprese dell'esistenza in città di un ippodromo e decise di andarci. Gli diede un'emozione ancora più forte di quelle provate sino ad ora. Ora il gioco si stava svolgendo proprio davanti ai suoi occhi. I protagonisti erano reali: i giocatori impegnati a scommettere e i fantini a tagliare il traguardo per primi. Quando il demone si avvide che anche quello non gli bastava più, lo avvicinò nei panni di un losco figuro che gli chiede se era disposto a correre il rischio supremo: scommettere sulla propria vita. Lui accettò senza esitazioni e venne condotto nella cantina di un anonimo caseggiato abitato da immigrati. Le regole erano semplici e ben conosciute: un tavolo, due sedie, due uomini, una pistola a tamburo e un solo proiettile......

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